Il welfare è complesso, questo ormai lo abbiamo capito… vero? Nello scorso articolo infatti abbiamo cercato di ammorbidire qualche dubbio sulle leggi correnti, le manovre e la stabilità.
Oggi invece vi parliamo di fringe benefit. So cosa state pensando: ma perché dobbiamo parlare in inglese? Polemica ormai reiterata, la paternità del welfare è storicamente inglese quindi ci tocca importare qualche termine oscuro.
FRINGE sta per frangia, margine, bordo. Traduciamo in modo comprensibile: si tratta di benefici aggiuntivi, al “margine” del proprio compenso, una “frangia”, un “bordo” in più rispetto ai confini della mia retribuzione.
Tutto chiaro? Ottimo! Procediamo allora.
Il welfare aziendale è un sistema basato, in parte, sui “fringe benefit”.
Quali sono questi benefici che possono definire la nostra “frangia”?
Ecco una bella lista, chiara nel lessico, quanto nelle tipologie di definizione:
– Previdenza Complementare (entro alcuni limiti di valore)
– Sanità integrativa (entro alcuni limiti di valore)
– Mense aziendali e ticket restaurant (entro alcuni limiti di valore)
– Trasporto navette
– Opere o servizi per specifiche finalità di educazione, istruzione, ricreazione, assistenza sociale e sanitaria o culto
– Somme e Servizi di educazione e istruzione anche in età prescolare, compresi i servizi integrativi e di mensa a essi connessi, nonché per la frequenza di ludoteche e di centri estivi e invernali e per borse di studio a favore dei medesimi familiari
– Somme e Servizi di assistenza ai familiari anziani o non autosufficienti
– Prestazioni, anche in forma assicurativa, aventi per oggetto il rischio di non autosufficienza nel compimento degli atti di vita quotidiana.
– Beni ceduti e dei servizi prestati se complessivamente d’importo non superiore nel periodo d’imposta a lire 500.000; se il predetto valore è superiore al citato limite, lo stesso concorre interamente a formare il reddito (questo è il famoso Pacco Spesa che tanto ci piace!)
Se siete imprenditori e volete personalizzare per i vostri dipendenti i fringe benefit vi consigliamo di fare una considerazione sul profilo dei vostri collaboratori. Chi sono? Che tipo di famiglia hanno? In che modo ciò che faccio può aiutarli e può produrre valore premiandoli e incentivandoli a fare meglio?
Se il vostro dipendente è una mamma o un papà potete aiutarlo a comprare i libri per i figli o a pagare la mensa dell’asilo. Se ha problemi su a chi affidare il figlio post scuola potete regalargli una convenzione con una ludoteca o renderlo un perfetto lord inglese mandandolo a studiare a Londra per un’estate!
Se il vostro dipendente ha una persona in casa che non è autosufficiente, sia essa anziana o no, potete regalargli l’assistenza domiciliare per periodi più o meno lunghi. Un accompagnamento che può fare la differenza sul livello di stress che il vostro dipendente affronta quotidianamente.
Se il vostro dipendente si rilassa solo quando va in palestra o in piscina, oppure ha bisogno di frequentare un seminario sulla meditazione di OSHO beh, potete incentivare anche lui aiutandolo nelle spese che sostiene, perché anche le attività ricreative sono un modo per fare Welfare!
Potremmo continuare la lista all’infinito (o quasi!), ma questi sono solo alcuni esempi di come considerare il vostro target di utenza quando scegliete come impostare un pacchetto di Welfare. Vi consigliamo di iniziare a ragionare perché Natale è alle porte e quale migliore occasione per fare welfare aziendale? Siamo tutti d’accordo che sia giunta l’ora di archiviare il vecchio panettone con bottiglia di spumante…vero?
Restate sintonizzati: nel prossimo articolo parliamo di “servizi” di Welfare. Perché è importante che si scelgano dei veri professionisti o il regalo si può trasformare in un vero incubo!