Nel nostro precedente articolo c’eravamo lasciati con il desiderio di capire quanto impatto abbia la professionalità giusta nell’erogazione dei servizi legati al Welfare Aziendale. Insomma, lo avevamo precisato, un bel regalo ai propri dipendenti si può trasformare in un vero incubo se chi eroga i servizi in questione è un partner del progetto “occasionale”, magari senza grande esperienza o alcuna certificazione e garanzia di qualità.
A questo propositovi raccontiamo cosa è successo di recente a un nostro amico:
Il soggetto in questione ha un bimbo di due anni. Lui e la sua compagna lavorano tutto il giorno (rispettivamente in un’azienda toscana e in ospedale). L’impresa per cui lavora il nostro amico ha deciso di regalare ai dipendenti un pacchetto welfare che comprendeva un benefit da poter spendere in vari servizi, tra cui la baby sitter. Il nostro amico, contentissimo, si è precipitato a fare domanda per il figlio. Passano una quindicina di giorni e incontriamo il nostro amico durante un meeting fuori porta a Siena. Dato che noi siamo sempre interessati a saperne di più sul welfare, gli abbiamo chiesto come stesse andando con la nuova baby sitter. Il nostro amico ha cambiato colore in volto: la baby sitter in questione si era infatti rivelata una ragazza giovane, neo laureata, priva di qualsiasi esperienza nel settore, gettata in pasto ai lupi (o dovremmo dire “ai lupetti”…) senza formazione, senza corrette informazioni sul cliente finale e senza la minima assistenza al servizio! Ovviamente il nostro amico ha fatto le sue rimostranze alla sua azienda: fare un regalo, che si rivela essere un danno, non aveva portato alcun beneficio!
È emerso poi che l’azienda che ha fornito il “pacchetto welfare” semplicemente si appoggiava a un’altra azienda per erogare il servizio. Questo non rappresenta sempre un problema (ci sono infatti aziende che riescono a fare welfare in modo serio pur dando il lavoro “conto terzi”) ma, di sicuro, aumenta il rischio che le modalità di erogazione dei servizi siano “distanti” dalle reali esigenze lo sta richiedendo.
Finché parliamo di ticket spesa il problema non si pone: le aziende che li forniscono sono più o meno le stesse e si limitano appunto a stampare dei biglietti codificati e registrati che possono venire accettati in una rete più o meno grande di punti vendita.
Le aziende che operano nel settore del welfare raramente sono le stesse che erogano il servizio. Cosa succede in questo caso?
Abbiamo da una parte l’impresa che vende il “pacchetto welfare” e la sua impostazione e, dall’altra, i partner di questa impresa che erogano i servizi acquistati dalle aziende per i propri dipendenti.
Questa crasi si porta spesso dietro un difetto: l’impresa che vende welfare non sempre ha gli strumenti per il monitoraggio dell’erogazione dei servizi affidati a terzi e questi “terzi” applicano un proprio modello di fornitura, senza tenere conto del piano intero e delle esigenze di chi usufruisce del servizio.
Quale soluzione allora?
La cosa migliore, in verità, sarebbe scegliere un’unica azienda: ovvero affidare il proprio progetto di welfare a quelle aziende che sono prima di tutto erogatrici di servizi di cura alla persona e che si sono organizzate per creare pacchetti di welfare personalizzabili.
Questo garantisce:
- Di avere degli esperti che aiutino a individuare i bisogni dei dipendenti in modo specifico e approfondito.
- Di poter contare su una certa flessibilità di condizioni di erogazione.
- Di affidarsi ad aziende che sono certificate non per la mera fornitura di un servizio telematico ma per l’erogazione di servizi alla persona.
Ecco tre importanti raccomandazioni:
- Scegliete aziende che offrano una garanzia certificata di erogazione nei servizi, soprattutto se questi comprendono la cura alle persona.
- Orientatevi su aziende che siano ben radicate nel territorio in modo che possiate contare su una certa flessibilità.
- Non fatevi ingannare dai costi troppo bassi o dai “pacchetti convenienza”! Se dovete affidare le persone che amate alle cure di qualcuno assicuratevi che questa persona sia professionalmente qualificata. Ricordatevi poi sempre che la professionalità e la qualità non sono un costo, sono un investimento!